TORNARE ALL’AQUILA CON AMORE (su Danilo Dolci)

a cura di Barbara Vaccarelli
Presidente Associazione Culturale “Territori“
moderatrice dell’incontro e ideatrice dell’evento

In relazione all’incontro su DANILO DOLCI “IL TERREMOTO SIAMO NOI” che si è svolto all’Aquila il 7 Settembre scorso, pubblichiamo:

TRASCRIZIONE INTEGRALE DELL’EVENTO (pdf)

incontro_daniloDolci_trascrizione_web_Pagina_01

TORNARE ALL’AQUILA DA TUTTO QUESTO AMORE (pdf)
il testo scritto da Miriam Dolci Lippolis e donato alla città, dove ha vissuto per 7 anni.

tornare da tutto questo amore_Miriam_dolciLippolis_Pagina_1

Le ragioni dell’iniziativa su Danilo Dolci: la condivisione di memorie, storie e territori

Ogni territorio ha estrema necessità di essere “coltivato” ma per questo c’è bisogno della lucidità e della forza con la quale Danilo Dolci è riuscito a smuovere le coscienze lasciando una traccia indelebile in questo mondo continuamente in conflitto; c’è bisogno delle comunità, come quelle che Danilo Dolci  è riuscito a rendere i veri punti di forza del loro stesso sviluppo. L’incontro del 7 settembre ha tracciato un percorso di memoria per parlare delle pagine di storia che Danilo Dolci  ha lasciato al nostro Paese, svalicando confini e abbattendo barriere. C’è una frase, tra le tante di Danilo Dolci, che invita all’attenzione: Prima che i miei occhi appassiscano, ho visto, frase che può essere da guida a chi viene a visitare i nostri luoghi devastati dal sisma. Sono arrivati tantissimi personaggi di spicco nel post sisma aquilano, uomini potenti nazionali e internazionali, una varietà di politici e di persone note che prima del 6 aprile magari neanche conoscevano questo nostro territorio. Alcuni si sono giocati intere campagne elettorali, altri si sono presentati con la scusa di fare qualcosa di buono per la ricostruzione dell’Aquila, e poi puntualmente si sono palesati per quel che erano, uomini di affari con tanti conflitti di interesse. È anche questa la storia del nostro paese: l’ennesimo disastro, un’altra emergenza da gestire. Spesso vengono a darci lezioni di morale, ma a nessuno riesce di indicarci come resistere, come restare per ricostruire… Il dato di fatto è che dopo oltre 4 anni dal terremoto del 6 aprile 2009, la città e i suoi borghi sono distrutti, materialmente e moralmente.

La burocrazia uccide più del terremoto. Danilo Dolci

Miriam Dolci Lippolis C’è invece chi all’Aquila ci ha vissuto per diverso tempo, negli anni ’60, amando questo città “al punto che, la sottoscritta, decide che, se nella sua vita sarebbe stata libera di sé, sarebbe tornata all’Aquila, per sempre. Fino al 6 Aprile 2009.” Queste le parole di Miriam Dolci Lippolis, una scrittrice, una madre, un’amica, una donna straordinaria, unica nella sua capacità di dispensare saggezza e amore, con la determinazione e la capacità di non perdere nulla della memoria della sua vita, coltivando e alimentando costantemente tutto il suo grande mondo affettivo da cui è circondata.

Miriam “81 anni, due stampelle, un bagaglio di dolori, di gioie e di ricordi” è tornata qui oggi per rivedere la città dopo il terremoto. E questa volta il suo ritorno all’Aquila non è più un fatto privato.

Abbiamo ascoltato TORNARE ALL’AQUILA DA TUTTO QUESTO AMORE, la storia di Miriam dalla voce di Tiziana Irti, un’attrice impegnata da sempre nel territorio aquilano e in campo nazionale, insieme a Giancarlo Gentilucci, con l’attività del Teatro Nobel Per La Pace. Non si rimane stupiti sapere che Miriam è la sorella di Danilo Dolci: lei  porta con sé quello straordinario sentimento di umanità e di comprensione universale che ha sempre caratterizzato l’agire di Danilo. Miriam è una presenza appagante; seppure fisicamente distante, lei è sempre in contatto con tutti; la vita l’ha portata in mondi diversi e in territori lontani, ma lei è sempre presente con una telefonata o una lettera; ovunque sia andata, ha messo le sue radici profonde, anche in questa città, l’Aquila,  dal 1964 al 1971. Oggi  la storia di  Miriam e della sua importane  famiglia deve essere raccontata perché non è più un fatto privato. Dopo il terremoto del 6 Aprile, Miriam è riuscita a rintracciare i suoi affetti aquilani e grazie a suo figlio Enrico Lippolis, che non ha mollato un solo giorno, attraverso internet tutti noi abbiamo potuto rispondere al suo appello. Questo è il filo invisibile che la vita tende e che unisce ognuno di noi. Negli anni in cui Miriam seguiva e partecipava alle gesta del fratello Danilo nel dopo terremoto del Belice, contemporaneamente lei viveva i suoi dolorosi lutti familiari in Africa, dopo il nostro terremoto, inevitabilmente lei ha capito il nostro profondo dolore. Ed è tornata condividendo i suoi “terremoti”, rendendoci partecipi.

Nell’intervento di Lina Calandra e sui vari temi proposti sull’esperienza africana in relazione al vissuto di Miriam, viene alla luce che la vita di tutte le comunità è un fatto pubblico, è  la verità storica, la tradizione, il valore del giusto (NAMU).  Il racconto sull’albero della parola in territori africani, diventa la leva di forza per condividere le decisioni della comunità, per evitare di trovarsi uno contro l’altro senza risolvere il problema alla radice.  Senza questo approccio, non si possono acquisire gli strumenti per la  verità e giustizia. Abbandonarsi al sacro significa liberare l’arte come forma della conoscenza, come lo è la poesia attraverso la parola che tiene insieme le relazioni e le persone.

Amico Dolci è presidente del Centro per lo sviluppo creativo “Danilo Dolci”, musicista e docente presso il Conservatorio V. Bellini di Palermo.  Anche Amico  è tornato all’Aquila dopo 10 anni dal suo ultimo viaggio, è stato 7 volte qui e in particolare nel 1977 proprio con suo padre Danilo, nell’ambito di una tournee, portando qui un lavoro di Musica e Poesia, insieme hanno conosciuto il grande personaggio aquilano Nino Carloni . Anche Chiara Dolci, violinista, sorella di Amico e altra figlia di Danilo, ha vissuto e lavorato per oltre un anno all’Aquila nei primi anni ’80, con La Società dei Concerti. Partire dalla cultura locale e dai problemi che le persone soffrono, ma i cittadini non ne conoscono le origini. Capire i problemi per poterli risolvere. Gibellina ha subito una ricostruzione dall’alto,  seppure pensando al futuro in modo diverso, gli amministratori non sono riusciti a coinvolgere la cittadinanza. Amico racconta un fatto realmente accaduto: un vecchietto chiede a un architetto famoso che si occupò di progettare parte della ricostruzione, dove avrebbe potuto mettere l’asino nella sua abitazione nuova di zecca.

“e la bestia, u sceccu (l’asino) dove u metto?”

Nella valle dove ha lavorato Danilo Dolci, Amico ci parla del caso di Santa Ninfa (TP), di come l’amministrazione e i cittadini abbiano lavorato insieme e tutti sono tornati proprietari degli stessi luoghi, con modalità concordate e condivise.

Angelo Venti, responsabile di Libera Abruzzo, ribadisce il valore di giustizia, partendo dal lavoro svolto dalla protezione civile nel cratere aquilano che non sempre si è dimostrato eticamente corretto, come le cronache hanno ben illustrato nel dopo sisma aquilano. Venti afferma che nel Belice e in Irpinia ci sono state delle vere e proprie forze comuni impegnate nel coinvolgimento delle popolazioni colpite, qui invece manca il ruolo degli intellettuali nel nostro territorio, manca un progetto comune che va oltre all’impegno delle singole persone.

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Il video della POESIA interpretata da MERI BRACALENTE (Teatro Rebis)
e del DONO MUSICALE  per  L’Aquila di AMICO DOLCI 

Chi si spaventa quando sente dire
rivoluzione,
forse non ha capito.
Non è una sassata a una testa di sbirro,
sputare sul poveraccio
che indossa una divisa non sapendo
come mangiare;
non è incendiare il municipio
o le carte al catasto
per andare stupidi in galera
rinforzando il nemico di pretesti.
Il dominio è potere malato –
cresci soltanto quando ti maturi corresponsabile:
la gente non è suolo ma semente.
Quando senza mirare ti agiti
la rivoluzione viene a mancare;
se raggiungi potere e la natura
dei rapporti rimane come prima,
viene tradita.
E’ conquistata ad ogni istante quando
creature si organizzano
estinguendo ogni zecca.

Danilo Dolci, da Se gli occhi fioriscono

Al termine dell’incontro abbiamo proiettato il documentario “MEMORIA E UTOPIA”  di Alberto Castiglione (2004) – qui sotto un estratto

Le foto dell’incontro

L’incontro è stato organizzato da: Libera Abruzzo  – Associazione Culturale TERRITORI Centro per lo Sviluppo Creativo “DANILO DOLCI” e in collaborazione con: Associazione BIBLIOBUSCircolo QUERENCIA e ARCI Servizio Civile L’Aquila – Associazione Culturale ARTI E SPETTACOLOMUSPAC (Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea).

Si ringraziano per i preziosi contributi: Enrico Lippolis, Neuza Torquato, Piergiovanni Battibocca, Marta Allevi, Filippo Ceredi, Claudia Valentini, Giancarlo Gentilucci, Webradio Indygesta, Teatro Rebis, Circolo Gianni Bosio, Carto Lab e alle tante persone che hanno partecipato all’incontro.
Rassegna stampa:
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-bc906336-94a2-48ac-a3b7-0d3b9e72b3b3-tgr.html?refresh_ce#p=0
http://www.laquila1.it/index.php/eventi/item/272-l-aquila-il-terremoto-siamo-noi-incontro-dibattito
http://www.site.it/il-terremoto-siamo-noi-laquila-7-settembre/09/2013/
http://www.abruzzo24ore.tv/news/Danilo-Dolci-e-il-suo-impegno-nel-Belice-La-sorella-e-il-figlio-a-L-Aquila-il-7-settembre/125072.htm
http://www.notizieinabruzzo.it/danilo-dolci-e-il-suo-impegno-nel-belice-la-sorella-e-il-figlio-a-laquila-il-7-settembre/
http://danilodolci.org/notizie/terremoto-aquila-dolci/
http://ilcapoluogo.globalist.it/Detail_News_Display?ID=85706
http://www.news-town.it/succede-in-citt%C3%A0/1253-il-terremoto-siamo-noi-incontro-su-danilo-dolci-a-piazza-d-arti.html
http://www.news-town.it/cultura-e-societa/1294-il-terremoto-siamo-noi-cosa-avrebbe-detto-danilo-dolci-agli-aquilani.html
http://www.liberainformazione.org/2013/09/09/il-terremoto-siamo-noi/

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